Nel tentativo di fare un po' d'ordine fra il caos di carte e riviste che invade la scrivania del mio studio, ecco che mi ricapita fra le mani un pieghevole della Chester Beatty Library visitata il mese scorso a Dublino. Che dire, non ne sarei più uscita tanto era interessante!
La Chester Beatty Library è una delle migliori collezioni al mondo di manoscritti, stampe, icone, miniature, libri antichi e oggetti artistici provenienti da Asia, Medio Oriente, Nordafrica ed Europa. Una collezione dal valore inestimabile e di indescrivibile bellezza che Sir Alfred Chester Beatty, newyorkese d'origine e irlandese d'adozione, donò all'Irlanda a beneficio della collettività.
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Five cranes on a spit of sand
Series: Three Petals
Kubo Shumman probably 1816 |
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Raga Dipaka
Impey Ragmala
c.1760, Bengal, India
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I visitatori possono ammirare da vicino dettagli di inro giapponesi, preziosi libri di giada, manoscritti miniati persiani, raffinati esempi di calligafria da tutto il mondo ma anche oggetti come antichi vasi cinesi o piccoli contenitori utilizzati per custodire sigilli.
Seppure questa preziosa raccolta sia contenuta in due sole sale espositive non particolarmente ampie, il tempo di permanenza alla mostra può protrarsi veramente a dismisura. Colpisce in particolare l'accuratezza delle didascalie che accompagnano ogni singolo pezzo descrivendone minuziosamente il contenuto, la scena rappresentata e lo stile, oltre a narrare una serie di anedotti legati all'opera e alla sua storia.
Potrebbe sembrare una banalità quella che ho appena detto ma l'abitudine allo stile - è il caso di dirlo - "didascalico" a cui mi sono abituata passando in rassegna le mostre italiane mi ha fatto molto apprezzare questa puntualità nella narrazione.
Accanto alle sale dedicate alla collezione permanente, la Chester Beatty Library dedica uno spazio espositivo ad altrettanto interessanti mostre temporanee.
Quella allestita nel periodo della mia visita, tuttora in corso, porta il titolo "China, Through the Lens of John Thomson" ed è una raccolta di suggestive immagini scattate dal fotografo John Thomson fra il 1868 e il 1872 durante il suo lungo viaggio in Cina.
Attraverso i suoi scatti a persone, villaggi, paesaggi e scene di vita quotidiana egli contribuì a documentare una volta tornato in Europa l'ancora semi-sconosciuto mondo della Cina e dell'Asia in generale. Il suo lavoro è da considerarsi tanto più importarte se si pensa a quanto difficoltoso dovesse essere per un fotografo spostarsi equipaggiato di tutta l'attrezzatura fotografica a quei tempi e, d'altra parte, a quanto scetticismo abbia potuto trovare in soggetti certamenti non abituati alla posa.