domenica 29 gennaio 2012

Le ceramiche di Francesca

Ecco il petit-cadeau che mi ha portato da Londra il mio amico Pat, una spilleta in ceramica che è un invito al sorriso. Così la indosso ed esorto la gente a sorridere, che ce n'è sempre bisogno! 

Pat mi ha detto che a realizzarle è una ragazza italiana che vive e lavora lassù, così ho fatto una ricerchina su Internet e ho trovato il suo sito, romceramics.com. Lei si chiama Francesca Romei e credo proprio che meriti una citazione perché creatività e intraprendenza sono apprezzabili doti e vanno sempre sostenute. E poi i suoi lavori sono davvero belli.

Francesca è una giovane designer formatasi in Italia all'Istituto di Design di Napoli prima e al Politecnico di Milano in seguito. Trasferitasi a Londra dopo gli studi, nel 2010 ha dato "forma" alla sua prima linea di oggetti in ceramica interamente dedicati alla tavola. Nelle sue ceramiche c'è l'omaggio all'antica tradizione artigianale italiana e all'industria ceramica anglosassone, due anime e due culture che si sono incontrate per dare espressione ad un design assolutamente contemporaneo, semplice ma capace di arricchire la tavola con un tocco glam e perché no... divertente. 


Contenitore per il latte Metal Memories - Piatti Happy-hour - Mug Metal Memories - Piatti New Vietri





Mug Tangram - Piatti Nouveau - Vaso Dolly - Mug Alitalia
 








    Le ceramiche di Francesca Romei sono in vendita al 
DO SHOP di Shorts Garden, 34 - Londra




martedì 24 gennaio 2012

Domani è un altro giorno

"Dopotutto, domani è un altro giorno", si consolava la bella Rossella O'Hara con gli occhi pieni di lacrime e di speranza nell'ultimo fotogramma di Via Col Vento. Poi un cielo di tramonto e nuvole e THE END, fine. E l'indomani? Chissà come sarà stato il cielo su Thara... 

Che Mathieu Lehanneur, progettista francese, abbia trovato ispirazione proprio lì, in quel finale melò e appassionato che ha fatto la storia del cinema non ci è dato sapere. Seppur qualche indizio...
La sua ultima creazione Domani è un altro giorno è un invito a meditare sulla permanenza e l'impermanenza delle cose, sulla certezza e l'inevitabile sconosciuto. Così, mentre ci si interroga, si guarda oltre, verso l'infinito. Domani è un altro giorno è una "finestra" sul domani, non solo metafora ma anche tecnologica realtà. Grazie infatti ad un collegamento Internet che raccoglie in tempo reale informazioni meteo, il dispositivo interno è in grado di proiettare su uno schermo a nido d'ape una previsione luminosa del cielo che vedremo domani. Geniale e ipnotico, iperrealista e onirico.
Domani è un altro giorno si può ammirare (e acquistare in edizione limitata) presso la Carpenters Workshop Gallery di Parigi.


Mathieu Lehanneur è fotografato da Chiara Cadeddu

Mathieu Lehanneur e Domani è un altro giorno








      A questo punto vediamoci anche la fine di Via col Vento...



domenica 22 gennaio 2012

l'inventario

Oggi ho creato una nuova pagina, si chiama L'inventario. L'inventario è il posto dove si inventano le case. Ma forse anche le cose... vedremo. Con la fantasia non si sa mai fin dove ci si può spingere.



La prima casa che ho inventato si chiama Casa delle Bambole. Le Bambole è uno dei miei divani preferiti, intorno ci ho messo un po' di oggetti che hanno in comune il fatto di essere una cosa ma anche qualcos'altro. Per scoprirli uno ad uno basta andare nella pagina dell'inventario.



mercoledì 18 gennaio 2012

A casa di Rabarama










Paola ci accoglie gentile negli spazi della Galleria Vecchiato di Padova, la galleria che dal 1995 l’ha sempre accompagnata in quello che ormai è un lungo percorso d’artista. Con lei è l’inseparabile Tamara, bassethound sornione e mite che inappellabilmente vigila su di lei, ad ogni minimo suo spostamento. Paola Epifani in arte è Rabarama, un nome esotico per un’artista tutta italiana che ha ricevuto molti riconoscimenti anche a livello internazionale e che vede le sue sculture monumentali esposte in città come Parigi, Miami, Shanghai e che per il futuro ha in serbo un grande progetto (per ora segreto). Della sua opera in Italia si parla in modo controverso, talvolta con toni aspramente critici tesi a mettere in discussione il suo valore di artista. Ma Rabarama ha scelto con consapevolezza: ha scelto di dedicarsi alla sua passione assecondandola con spontaneità, ha preferito far parte di alcuni circuiti piuttosto di altri, ha desiderato continuare ad esprimersi attraverso le forme che più le appartengono.


La sua casa è poco distante dalla galleria, una breve passeggiata fra i portici e l’acciottolato sconnesso sferzate da quest’insolito freddo che ha sbiancato il paesaggio come fosse neve. Padova è sempre bella, anche leggermente avvolta dalla nebbia, densissima al mattino presto e via via più rarefatta qualche ora dopo. Padova per me è sempre bella perché mi trascina in un flusso di ricordi, quelli del periodo leggero e instabile in cui la mia personalità ha preso consistenza.
Anche Rabarama fa parte di quel periodo perché fa parte della città che ho vissuto a lungo. Ricordo molto bene, nel 2003, la sua mostra Corpi Mutanti allestita fra le vie del centro, bronzi monumentali e affascinanti che campeggiavano un po’ ovunque, monoliti androgini dai nomi mistici: Trans-cellula, Trans-lettera, Trans-mutazione, Labirintite. Una piacevole scoperta.


Paola è una donna bellissima, si muove per casa nel suo corpo snello e flessuoso, arrampicato sui tacchi e avvolto da un tubino nero che pare uscito dagli anni ’80 e che ne esalta la linea proporzionata. Il corpo è il suo elemento, è la pre-iconografia della sua opera. Attraverso il corpo e la pelle trasformata in texture che di volta in volta varia di segno c’è tutto lo spazio per interrogarsi o svelare un mondo più intimo.






lunedì 16 gennaio 2012

Dopo la semina è tempo di raccolta

Si dice che a Milano, in certi settori, si lavori solo se si è in grado di presidiare l'ora degli aperitivi. Beh, a me, che "agli spritz" non andavo troppo volentieri neppure quando ero una giovane universitaria patavina, questa idea non fa certo impazzire e se devo essere sincera nemmeno Milano mi fa impazzire. Ma io vivo sul Lago di Garda, e i milanesi perdoneranno questa mia riluttanza verso la loro città...

Comunque sia, armata di costanza nello scrivere qualche mail di contatto e supportata dagli scatti della mia amica e brava fotografa Chiara Cadeddu, sono riuscita ad ottenere un appuntamento nella redazione delle mie due riviste preferite: Elle Decor e Marie Claire Maison.



















L'incontro di oggi è stato interessante, a tratti persino divertente!
Abbiamo parlato dello stile e delle differenze fra riviste, di come nasce un buon servizio, di come sia fondamentale che si stabilisca un feeling fra la casa e il fotografo che la sta ritraendo. Non dimentichiamo che ogni casa ha una sua personalità, che non ricalca semplicemente la personalità dei suoi abitanti. E' piuttosto un'alchimia fra questa e la sua architettura, la luce che la pervade, gli equilibri che si creano fra i volumi, gli spazi pieni e i vuoti.
Insomma, a noi questo incontro è piaciuto. Ma... io e Chiara, saremo piaciute alla redazione??

giovedì 12 gennaio 2012

La Chester Beatty Library di Dublino


Nel tentativo di fare un po' d'ordine fra il caos di carte e riviste che invade la scrivania del mio studio, ecco che mi ricapita fra le mani un pieghevole della Chester Beatty Library visitata il mese scorso a Dublino. Che dire, non ne sarei più uscita tanto era interessante!

La Chester Beatty Library è una delle migliori collezioni al mondo di manoscritti, stampe, icone, miniature, libri antichi e oggetti artistici provenienti da Asia, Medio Oriente, Nordafrica ed Europa. Una collezione dal valore inestimabile e di indescrivibile bellezza che Sir Alfred Chester Beatty, newyorkese d'origine e irlandese d'adozione, donò all'Irlanda a beneficio della collettività. 


Five cranes on a spit of sand

Series: Three Petals
Kubo Shumman probably 1816

Raga Dipaka

Impey Ragmala
c.1760, Bengal, India

I visitatori possono ammirare da vicino  dettagli di inro giapponesi, preziosi libri di giada, manoscritti miniati persiani, raffinati esempi di calligafria da tutto il mondo ma anche oggetti come antichi vasi cinesi o piccoli contenitori utilizzati per custodire sigilli.


Seppure questa preziosa raccolta sia contenuta in due sole sale espositive non particolarmente ampie, il tempo di permanenza alla mostra può protrarsi veramente a dismisura. Colpisce in particolare l'accuratezza delle didascalie che accompagnano ogni singolo pezzo descrivendone minuziosamente il contenuto, la scena rappresentata e lo stile, oltre a narrare una serie di anedotti legati all'opera e alla sua storia. 


Potrebbe sembrare una banalità quella che ho appena detto ma l'abitudine allo stile - è il caso di dirlo - "didascalico" a cui mi sono abituata passando in rassegna le mostre italiane mi ha fatto molto apprezzare questa puntualità nella narrazione.


Accanto alle sale dedicate alla collezione permanente, la Chester Beatty Library dedica uno spazio espositivo ad altrettanto interessanti mostre temporanee. 
Quella allestita nel periodo della mia visita, tuttora in corso, porta il titolo "China, Through the Lens of John Thomson" ed è una raccolta di suggestive immagini scattate dal fotografo John Thomson fra il 1868 e il 1872 durante il suo lungo viaggio in Cina. 
Attraverso i suoi scatti a persone, villaggi, paesaggi e scene di vita quotidiana egli contribuì a documentare una volta tornato in Europa l'ancora semi-sconosciuto mondo della Cina e dell'Asia in generale. Il suo lavoro è da considerarsi tanto più importarte se si pensa a quanto difficoltoso dovesse essere per un fotografo spostarsi equipaggiato di tutta l'attrezzatura fotografica a quei tempi e, d'altra parte, a quanto scetticismo abbia potuto trovare in soggetti certamenti non abituati alla posa. 


fonte iconografica: Chester Beatty Library





domenica 8 gennaio 2012

Pronti, partenza... via!

Quest'avventura inizia col nuovo anno, il 2012. Un anno che per molti parte pieno di incertezze. Anche per me è così ma ho imparato che di fronte all'incerto la mente si attiva in un circolo virtuoso di sinapsi e che le novità portano sempre qualcosa di interessante.


Da tempo chi mi conosce mi suggerisce di aprire un blog, un po' perché è di moda, molto più significativamente perché mi ritiene una persona che abbia molte cose da raccontare e altrettante da mostrare. Ringrazio quanti mi hanno lusingata con queste parole e mi auguro di essere all'altezza delle loro aspettative.