...Beh, a dire il vero, non proprio di vacanze si è trattato. Pur andandoci per lavoro, però, non si può certo passare qualche giorno a Roma senza concedersi una mezza giornata di leisure e improvvisare una gitarella alla scoperta delle sue infinite bellezze. Quindi mi sono fissata in agenda ben due appuntamenti culturali. Uno a Villa Borghese dove fino al 9 aprile è presente la mostra I Borghese e l'antico, una mostra assolutamente unica che ci riconsegna temporaneamente dal Louvre una sessantina di sculture dell'antichità classica; opere che facevano parte della ricca collezione avviata dal Cardinale Scipione Borghese nel '600 e che furono poi vendute per pochi spiccioli dal pronipote Camillo Borghese, marito di Paolina Bonaparte, al cognato Napoleone (insomma, la solita razzia di Napoleone ai danni del nostro patrimonio artistico).
L'altra gita l'ho fatta in direzione Musei Capitolini Centrale Montemartini, un luogo particolarmente affascinante e suggestivo, spesso sottovalutato e poco conosciuto persino da molti romani. Siccome sulla mostra "I Borghese e l'antico" si trovano notizie un po' ovunque per chi fosse interessato ad approfondire la questione - è comunque consigliato affrettarsi ed andare a vedere coi propri occhi quello che è un evento che non si ripeterà mai più -, mi dilungherò parlando della Centrale Montemartini, dove peraltro è consentito scattare foto e quindi testimoniare per immagini la particolarità dello spazio espositivo.
La Centrale Montemartini è uno straordinario esempio di riconversione in sede museale di un edificio di quella che ormai potremmo definire archeologia industriale. Costruita nel 1912 sulla Via Ostiense tra i Mercati Generali e la sponda sinistra del Tevere, è stata il primo impianto pubblico di produzione di elettricità a Roma. Al tempo modernissima per impianti e macchinari produttivi, ha continuato la sua attività sino al 1963, anno della sua dismissione e di inizio di un lungo periodo di abbandono.
I primi interventi di recupero negli anni '90 furono un tentativo di salvaguardare l'archeologia industriale della città ma la completa ristrutturazione e riconversione della centrale è avvenuta nel 1995 quando vi fu traslocata una consistente parte delle sculture classiche dei Musei Capitolini minacciate da infiltrazioni d'acqua e umidità in alcune sale. Il trasferimento delle sculture doveva essere quindi di natura temporanea fintantoché i lavori di bonifica all'interno dei Musei Capitolini non fossero ultimati. La bellezza inedita dell'allestimento, fatto di contrasti e suggestive alchimie fra turbine, gruppi di motori diesel, caldaie e il nitore dei marmi classici fu decisiva nel confermare la vecchia Centrale quale polo espositivo permanente. I grandiosi ambienti della Centrale ed in particolare della Sala Macchine, con i suoi lampadari in stile Liberty e i suoi imponenti macchinari, sembrano esaltare la grandezza monumentale di Roma antica. Una scenografia davvero molto affascinante che ha peraltro ispirato il regista Ferzan Ozpetek che qui ha girato una delle primissime scene del suo film "Le fate ignoranti".