domenica 20 maggio 2012

Mille Miglia in polaroid

Sono stata un po' a zonzo nelle ultime settimane e adesso sono forse un po' fuori tempo massimo per pubblicare un post sulla Mille Miglia, che si è conclusa ieri. Ci tengo però a rievocare la bella mostra a tema che lo scorso anno abbiamo allestito con Eros Mauroner al Museo di Santa Giulia a Brescia nella settimana dedicata all'evento. 
Sotto il titolo di POLA-ROAD, istanti per 1000 miglia di anni e passione, la mostra sceglieva un indovinato gioco di parole per descrivere la raccolta di scatti polaroid con cui Eros mauroner ha interpretato il mito della Mille Miglia, "la corsa più bella del mondo". Realizzate in un lungo arco temporale che attraversa varie edizioni della storica corsa, le polaroid di Mauroner sono scattate ed elaborate manualmente con il procedimento del transfer per poi essere stampate su pannelli in feltro di grande formato. L'intervento, quasi uno "strappo", dona alle stampe tonalità e sapore di fotografie di altri tempi dove nell'impasto e nel miscuglio unico dei colori tornano a vibrare dettagli di sagome roboanti e carrozzerie lucenti che fissano indelebile il mito della velocità e della meccanica così come lo spirito di avventura che da sempre caratterizza questa corsa. Nella pastosità dell’insieme emerge l’automobile ma anche un suo simulacro, l’oggetto realizzato con manualità ed esperienza artigiane. Così come manualmente e con un procedimento di altri tempi sono realizzate le immagini stesse.














venerdì 27 aprile 2012

È nata ILIDE




Fra le molte cose (più o meno belle) viste in giro (e che giro!) durante la Milano Design Week certamente una spicca per la sua bella storia. Si tratta di ILIDE, un'azienda nuova-nuova che ha scelto di presentarsi al pubblico proprio in occasione del Salone. 
ILIDE, ovvero Italian Light Design, nasce dall'idea di un giovane ingegnere innamorato del design italiano e rapito dalla genialità di certi grandi maestri ma anche dal talento di bravi artigiani che soprattutto in passato hanno decretato per il Made in Italy un così vasto successo. 

Daniele Gualeni, fresco di laurea e di un master in Design conseguito a Milano, si è presto interrogato sulla moltitudine di oggetti che oggi vengono dati alla luce sotto il cappello nobile dell'Italian Design: «Non capivo come si potesse parlare di Made in Italy, se l’idea non era nata in terra italiana o da una sensibilità italiana, se i materiali non erano stati estratti dall’Italia, lavorati dai suoi maestri e assemblati dai suoi artigiani. Eppure questo sembrava non importare a nessuno, se non a quella parte inconscia dell’Italia che non era più in quelle cose. [...] Noi italiani abbiamo il dono innato dell’equilibrio, e credo che questo equilibrio derivi proprio dalla nostra terra e dalla nostra cultura. Io non ho mai sentito un inglese o uno svedese discutere animatamente se un piatto di pasta ha un po’ troppo sale o è poco al dente, per molti americani, poi, discorsi di questo tipo sono solo un’eccentrica perdita di tempo. Ma per noi italiani riuscire a equilibrare ogni cosa, anche un piatto di pasta, è una questione di orgoglio.»

Qualche tempo dopo Daniele lancia il concorso ILIDE Design Contest e nel farlo chiama a raccolta tutti i creativi di ogni estrazione che vogliano vedere realizzate le proprie idee e diventare designer di riferimento per il futuro dell'azienda. L'obiettivo e' rivalutare con forza il concetto di Made in Italy, inteso non solo come un semplice slogan ma come una reale garanzia di valore. Ciò avviene attraverso la ricerca di prodotti con forti connotazioni stilistiche, tecniche e materiali legati al territorio italiano, alle sue culture, ricchezze e maestrie artigianali. Idee che sappiano trarre dall'Italia un valore reale e visibile nel prodotto stesso.

Con oltre 1000 progetti approdati da tutta Italia e una strettissima selezione di 20 vincitori, ILIDE ha così realizzato la sua prima collezione di lampade, frutto di collaborazioni tra designer e artigiani italiani specializzati nella lavorazione dei singoli materiali: vetro, ceramiche, legno, marmo. Valori unici ed esclusivi da trasformare in luce, sinergie tra un design contemporaneo e una produzione artigianale innovativa e di altissimo pregio. 

Tutta la storia (delicata ed emozionante) raccontata da Daniele Gualeni la si può ascoltare con rinnovato entusiasmo incontrandolo, oppure sbirciando sul suo blog Gualeni Design














VENEZIA
Davide G. Aquini
& Daniele Gualeni











































BUBBLES
Fabio Meliota


SOFFIO
Alfonso Montalto
& Mariagiovanna Ruiu


ETICA
Luigi e Mario Bertolin
& Daniele Gualeni


CICLOPE
Mariastella Aloia
& Orietta Ceccato


TICK
Andrea Costa



LISA
Luisa Finos
& Paolo Tarulli


CENERE
Giacomo Moor


MATERA
Davide G. Aquini



domenica 1 aprile 2012

Pesci d'Aprile




        UNA CASETTA PER NEMO         


Bhe, magari proprio per Nemo no, a lui piace solcare i mari insieme alla sua amica (fidanzata?) Dori, non certo starsene a gironzolare in un acquario angusto! Però, forse, al suo più mite cugino Pesce Rosso queste simpatiche alternative alla classica boccia potrebbero piacere. Pesce Rosso in fondo è un tipo metropolitano, ama la vita comoda e apprezzerà di sicuro il design. Vediamo allora cosa propongono gli interior più trendy per la casa del nostro amico Pesce.


    GIONA ACQUARIUM by Alessandra Baldereschi per Skitsch   
Ispirata al mito di Giona, il profeta, ma anche alla favola di Pinocchio. La boccia si trasforma in balena con tanto di grande bocca spalancata. Più ironica che temebile è realizzata in vetro soffiato a mano.




FISHSCAPE by Gaia and Gino per Aruliden
Dal mare alla montagna. E che montagna! Di manifattura turca, certamente ispirata al paesaggio suggestivo della Cappadocia. Da esplorare.





                       FISH HOTEL by Teddy Luong per Umbra                                 
Per pesci amanti del comfort lo stilosissimo Fish Hotel che può essere arredato a piacimento e che si adatta anche al gusto minimal dei padroni di casa. Le vasche sono perfettamente impilabili, per un effetto grattacielo. Oltremodo suggestivo se retroilluminato.





                               DUPLEX by Costance Guisset                                 
 Un po' acquario, un po' gabbietta, un improbabile magico incontro fra un pesce e un uccellino. Insomma, terra e cielo un po' sottosopra perché sognare è sempre bello.

martedì 13 marzo 2012

Vacanze romane





     ...Beh, a dire il vero, non proprio di vacanze si è trattato. Pur andandoci per lavoro, però, non si può certo passare qualche giorno a Roma senza concedersi una mezza giornata di leisure e improvvisare una gitarella alla scoperta delle sue infinite bellezze. Quindi mi sono fissata in agenda ben due appuntamenti culturali. Uno a Villa Borghese dove fino al 9 aprile è presente la mostra I Borghese e l'antico, una mostra assolutamente unica che ci riconsegna temporaneamente dal Louvre una sessantina di sculture dell'antichità classica; opere che facevano parte della ricca collezione avviata dal Cardinale Scipione Borghese nel '600 e che furono poi vendute per pochi spiccioli dal pronipote Camillo Borghese, marito di Paolina Bonaparte, al cognato Napoleone (insomma, la solita razzia di Napoleone ai danni del nostro patrimonio artistico).
L'altra gita l'ho fatta in direzione Musei Capitolini Centrale Montemartini, un luogo particolarmente affascinante e suggestivo, spesso sottovalutato e poco conosciuto persino da molti romani. Siccome sulla mostra "I Borghese e l'antico" si trovano notizie un po' ovunque per chi fosse interessato ad approfondire la questione - è comunque consigliato affrettarsi ed andare a vedere coi propri occhi quello che è un evento che non si ripeterà mai più -, mi dilungherò parlando della Centrale Montemartini, dove peraltro è consentito scattare foto e quindi testimoniare per immagini la particolarità dello spazio espositivo.



     La Centrale Montemartini è uno straordinario esempio di riconversione in sede museale di un edificio di quella che ormai potremmo definire archeologia industriale. Costruita nel 1912 sulla Via Ostiense tra i Mercati Generali e la sponda sinistra del Tevere, è stata il primo impianto pubblico di produzione di elettricità a Roma. Al tempo modernissima per impianti e macchinari produttivi, ha continuato la sua attività sino al 1963, anno della sua dismissione e di inizio di un lungo periodo di abbandono. 
I primi interventi di recupero negli anni '90 furono un tentativo di salvaguardare l'archeologia industriale della città ma la completa ristrutturazione e riconversione della centrale è avvenuta nel 1995 quando vi fu traslocata una consistente parte delle sculture classiche dei Musei Capitolini minacciate da infiltrazioni d'acqua e umidità in alcune sale. Il trasferimento delle sculture doveva essere quindi di natura temporanea fintantoché i lavori di bonifica all'interno dei Musei Capitolini non fossero ultimati. La bellezza inedita dell'allestimento, fatto di contrasti e suggestive alchimie fra turbine, gruppi di motori diesel, caldaie e il nitore dei marmi classici fu decisiva nel confermare la vecchia Centrale quale polo espositivo permanente. I grandiosi ambienti della Centrale ed in particolare della Sala Macchine, con i suoi lampadari in stile Liberty e i suoi imponenti macchinari, sembrano esaltare la grandezza monumentale di Roma antica. Una scenografia davvero molto affascinante che ha peraltro ispirato il regista Ferzan Ozpetek che qui ha girato una delle primissime scene del suo film "Le fate ignoranti".























































 

 

venerdì 24 febbraio 2012

L'estetica domestica di Marta Soul




Fondatrice del gruppo artistico NOPHOTO, Marta Soul è un'affermata fotografa madrilena che esplora gli intricati legami fra la società contemporanea e la determinazione dei ruoli di identità, sessualità, cultura, apparenza.
In questa serie di scatti del 2004 la sua attenzione si concentra su alcuni oggetti semplici della realtà quotidiana che vengono portati ad un processo di astazione dove è annulato il loro mero valore funzionale e si approda ad un piano sofisticato di estetica e bellezza formale. Reinterpretati in un contesto immaginario, attraverso di essi si celebra un'elegia alla superficialità e alla finzione: l'importanza dell'apparenza. Tutti gli oggetti hanno un valore simbolico e immaginario, e si adattano ad ambienti diversi. L'idea è di creare un'illusione che raggiunge una bellezza estetica capace di superare la realtà banale delle cose.